Parto da un interessante post di gparker per ampliare il discorso.
In due parole su …ma sono vivo e non ho più paura si ipotizza (o meglio si riporta l’ipotesi) che il 3D sia un’operazione commerciale più che tecnologica. Spiego: esiste un accordo tra le case di distribuzione e le sale cinematografiche perchè siano le prime a pagare le spese di ammodernamento delle seconde con l’introduzione del digitale. Questo perchè la nuova tecnologia non porta vantaggi alle sale ma solo ai distributori. Poi arriva il 3D (che naturalmente è proiettabile solo nelle sale digitalizzate), i biglietti aumentano il loro costo e l’accordo cambia… facciamo a metà.
Credo anch’io che queste considerazioni possano essere veritiere e corrette ma dubito che tutta l’operazione 3D al cinema abbia come scopo quello di “dividere le spese”.
La nuova tecnologia inizia a funzionare ma non può certo essere adatta a tutti i film. Per il momento sarà inevitabilmente limitata a produzioni particolarmente spettacolari, magari ai disaster movie… e la vedo molto adatta anche per alcuni cartoons.
Una commedia, un film sentimentale (lo so, non ho molta esperienza sul genere) non possono ricevere molto dall’utilizzo del 3D.
Diciamo quindi che la tecnologia esiste, inizia a funzionare e le case di distribuzione stanno cogliendo l’occasione per ridurre le spese che già avevano messo in preventivo.
Ma c’è poi una cosa che ancora non riesco a spiegarmi.
Le sale 3D in Italia sono poche, pochissime. Una di queste è il Massimo di Torino. Come mai Viaggio al centro della terra, prima grande produzione 3D ultrapubblicizzata, non è stata distribuita a Torino?
Ricorderete che mi ero già posto la domanda.
Facciamo così… mi informo e poi vi dico.
(credits foto: *0* PrincessCCCC)