Pubblicità choc. Relish raggiunge l’obiettivo

L’inizio della diatriba è per le vie di Napoli, dove appaiono i primi cartelloni della Relish srl, azienda di abbigliamento che si è appoggiata alla F&P Friends per la realizzazione della campagna.
Il manifesto incriminato ritrae due donne fermate e perquisite in maniera decisa da poliziotti che sembrerebbero essere brasiliani.
A Napoli si scatena la rivolta e viene chiesta la rimozione del manifesto (cosa che sembra non essere ancora accaduta). Poi è la volta di Padova e infine di Roma a sollevare la questione morale.

pubblicita-relish

L’azienda di abbigliamento dirama una serie di comunicati per raccontare che le intenzioni erano buone e la campagna voleva essere una rivisitazione del film Thelma e Louise e nient’altro.
E a questo posso dire di credere. Come posso dire di credere alle dichiarazioni secondo cui non si aspettavano tutte le polemiche.
Sono però anche sicuro che le polemiche non siano dispiaciute nè alla Relish nè a F&P Friend.
Diciamo che la campagna è un successo inaspettato rilanciato dagli stessi detrattori.

E comprensibilmente si decide di andare avanti con l’immagine successiva (che è quella che vi presento in foto) visto che il progetto prevede una sorta di storia raccontata per imagini.

Vedremo se si arriverà all’obbligo di ritirare i manifesti e di annullare la campagna.

Io ho proprio di fronte casa uno di quei manifesti.
A me non da fastidio… mi chiedo però cosa pensano i bimbi dell’asilo, sul cancello del quale la gigantografia è sistemata, ogni mattina entrando in classe.

E cosa rispondono le loro mamme

(credits foto: F&P Friend)

5 Comments

  1. maurizio says:

    l’ho vista anche io questa mattina!!!
    ero in coda ad un semaforo ed hanno dovuto suonarmi per farmi andare avanti…

  2. Paolo says:

    Dici bene! Io penso che gli studi pubblicitari non dovrebbero solo pensare al risultato che VOGLIONO ottenere sul possibile cliente, ma anche al risultato che POSSONO ottenere su tutti quelli che casualmente vengono in contatto con una campagna pubblicitaria.
    Il problema però, secondo me, sta tutto nell’ipocrisia con cui si affronta il tema del “non adatto ai bambini”. Qualche esempio:
    – In mezzo ai cartoni animati in prima serata c’è il TGcom con servizi su sanguinanti vittime della striscia di Gaza o sugli stupri delle ragazzine ad opera di branchi di coetanei.
    ++ “non mi pare cosa molto ben fatta” direbbe Goldoni
    – In mezzo ai cartoni del pomeriggio ci sono illimitate pubblicità e anche un bel prossimamente del film soft-core o violento della sera, che poi sarà con bollino rosso!
    ++ “non mi pare cosa molto ben fatta” direbbe Goldoni

    Mi piacerebbe che si desse avvio ad una discussione seria sulle conseguenze gravi che la TV può creare ai bambini e sulla coscienza che dovrebbero avere i direttori di rete invece di mettere un bollino e lavarsi le mani.

    ehm… ho esagerato?

  3. soloparolesparse says:

    @ Paolo
    L’argomento merita attenzione, lo riconosco.
    Solo che io non credo di essere la persona adatta a proporre qualcosa viste le mie posizioni decisamente estreme in fatto di censura.
    Secondo me gli artisti (registi, scrittori, fotografi, ma anche pubblicitari) devono essere liberi di esprimersi come vogliono ed un’opera artistica non può subire modifiche o tagli di nessun genere.
    Spetta poi in prima istanza al committente (o alla televisione che acquista il film) decidere se vuole passare o no l’immagine/film. Ed in seconda istanza (soprattutto) alle famiglie decidere quanto può essere sensibile il proprio figlio alle immagini che arrivano dal mondo, dalla televisione, dai giornali, dalla rete.
    ehm… ho esagerato? 🙂

  4. Paolo says:

    Questo è senz’altro giusto, e anche io penso che la censura non dovrebbe esistere. Esistono però un luogo ed un tempo giusti per ogni cosa. Deve esistere poi la possibilità di scegliere se guardare una cosa oppure no. Il caso del TGcom o del prossimamente in mezzo al cartone animato lo trovo simbolico di questo.
    Per il resto è chiaro che i genitori debbano avere la situazione in mano e non lasciare i figli allo stato brado o darli in braccio a chi stabilisce la programmazione televisiva!

    Forse stavolta mi sono spiegato meglio… 🙂

  5. soloparolesparse says:

    Così siamo daccordo in pieno 😉

Leave a Comment

Powered by WordPress | Deadline Theme : An Awesem design by Orman