Parlare di The grudge senza aver visto il suo padre naturale Ju-on è forse un errore e mi riprometto di tornare sull’argomento dopo aver gustato l’originale.
Questo auto remake di Takashi Shimizu non è certo un capolavoro da ricordare nei prossimi decenni tuttavia ha un merito che per un horror non è da sottovalutare: fa paura!
Fa paura davvero quando la musica ti avverte che sta per succedere qualcosa, o meglio che sta per apparire qualcuno visto che questo è tutto quello che succede nel film.
Però succede tecnicamente talmente bene che è inevitabile sobbalzare sul divano.
Si parte da una vecchia credenza giapponese per creare una storia di fantasmi e case infestate.
L’abitudine di recuperare leggende nipponiche del resto si è molto diffusa tra le produzioni americane dell’ultimo decennio con risultati non sempre memorabili.
Nel caso di The grudge non posso che appoggiare Aldo quando trova decisamente fuori posto quel manipolo di occidentali che si trova in Giappone a scontrarsi con tradizioni estranee. Fin troppo evidente il tentativo di allargare ad un pubblico mondiale un successo fino al 2004 esclusivamente orientale.
Rimane però, ed è il caso di non dimenticarlo, la paura!
La donna completamente bianca, il bambino con gli occhi vuoti, le apparizioni… sono personaggi che potrebbero ripresentarsi nottetempo per non lasciarci dormire sereni. Sarah Michelle Gellar invece passa di li per caso e potrebbe essere sostituita da qualunque altro personaggio senza inficiare la trama e la vicenda tutta.
Nei prossimi giorni darò uno sguardo anche al sequel del remake perdendomi nel metacinema e cercando di non affondare tra nipponiche vicende ed occidentali bellezze bionde ex-ammazzavampiri.
Vi dirò…
Non ho visto il remake americano, The Grudge, ma posso confermare che Ju-On e’ il film + terrificante che io abbia mai visto. In confronto The Ring e’ una favoletta della buonanotte.
Lo vidi molti anni fa al cinema ad un film festival, e ad un certo punto mi venne paura che mi venisse un infarto in sala.
I film dell’orrore mi piacciono, ne ho visti a centinaia, con alcuni mi spavento moderatamente, ma la cosa finisce li’. Con Ju-On mi son letteralmente cagato sotto dall’inizio alla fine, talmente tanto che ad un certo punto ho pensato di alzarmi ed andarmene, non ce la facevo + a sostenere la tensione e la paura.
Secondo me uno delle cose + terrificanti del film e’ che non ci sono dei veri protagonisti nella storia, e’ + la cronaca di questa maledizione che attacca chiunque venga a contatto con essa, anche alla lontana. La storia non segue i personaggi, segue il propagarsi della maledizione. Non ci si riesce ad identificare con nessuno, e non si puo’ neanche immaginare di combattere o resistere a questo male che avanza strisciante e inchioda i malcapitati al loro posto, terrorizzati al punto di essere incapaci di reagire. Potrebbe essere quasi la metafora di una malattia incurabile e contagiosa, una coltre nera che avanza impietosa e annienta tutto quello che trova davanti a se’, con un livore disumano e una furia cieca, l’odio verso la vita incarnato in un bambino dagli occhi neri e una donna dalla pelle bianca.
@ Renato
A questo punto non posso proprio fare a meno di gustarmi l’originale…