Tra le cose belle di abitare in una città (ormai) turistica c’è la possibilità di sfruttare la settimana per evitare infinite code nei luoghi di maggior richiamo.
Così ieri decido di sfruttare San Giovanni, festa patronale torinese ma giorno lavorativo per il resto del mondo, e passare (finalmente) dalle parti della Reggia di Venaria Reale.
Il luogo mi attende dal giorno della presentazione e non posso certo dire che mi abbia deluso.
Ricordavo la città come una sorta di dormitorio per i lavoranti torinesi. Ora è tornata ad essere un borgo di gran classe che si stringe appassionato intorno alla sua Reggia.
La strada centrale, lastricata in nuovo porfido si immette direttamente nell’ampia piazza su cui si apre la cancellata. E se gettate lo sguardo oltre potete godere lo spettacolo dei giochi d’acqua della fontana del cervo.
Non starò a farvi un dettagliato resoconto di quanto si trova in una delle più sfolgoranti residenze sabaude, ma vi posso garantire che la magia e lo splendore sono assicurati.
La visita all’interno si snoda su due piani ed è organizzata molto bene per tematiche diverse.
Si passa dalla storia di Torino, a quella della famiglia Savoia (e di tutta Europa per riflesso), alla storia architettonica della Reggia stessa (Amedeo di Castellamonte e Filippo Juvarra su tutti).
Quello che più affascina (splendore dei locali a parte) sono le installazioni cinematografiche di Peter Greenway che ci accompagnano per tutto il percorso. Sono gli stessi abitanti del borgo, le dame di corte, i regnanti a raccontare, stanza per stanza, vicende e curiosità degli uomini e delle donne che hanno dato vita ad una delle residenze di caccia più splendenti d’Europa.
E poi la Galleria Grande.
Da sola meriterebbe la visita a Venaria. Una enorme scacchiera marmorea, in una galleria di bianco accecante. Per non parlare della luce che illumina il tutto arrivando dalle vetrate.
E se ancora non siamo soddisfatti da quanto visto nell’interno della Reggia, ci si può sempre affacciare sui giardini… e ricominciare da capo.
Si, perchè i giardini sono talmente ampi e spettacolari da meritare una visita dedicata. Una perfetta commistione tra le ricostruzioni dei disegni originali e le installazioni moderne che trovano spazio tra la Peschiera Grande e il giardino basso (e per favore lasciamo da parte le polemiche).
Ho buttato lì un po’ di impressioni ma vi assicuro che non sono in grado di esprimere a parole lo splendore.
Non sono mai stato a Versailles, ma se (come dice chi ha visto entrambe le reggie) sono assolutamente paragonabili, prima o poi un saltino da quelle parti mi toccherà farlo.
(credits foto: mastino70, mstefano80)