The illusionist – L’illusionista

I film in costume non sono la mia passione, e non lo sono al punto che Barry Lindon è il titolo di Stanley Kubrick che meno mi piace della sua fantastica filmografia.
Subisco però un fascino inspiegabile da parte dei film ambientati nella seconda metà dell’800, sarà forse che si affacciano verso un secolo che conosco meglio e che spesso rendono bene quel momento di passaggio tra la tradizione romantica e le scoperte del ‘900.

Questo The illusionist – L’illusionista (il titolo italiano tiene in piedi anche quello originale) appartiene proprio a questa schiera e lo fa con buoni meriti.
Intendiamoci, non siamo di fronte ad un qualcosa di indimenticabile ma l’insieme della vicenda è molto godibile e l’intreccio scorre via veloce tenendo lo spettatore ben incollato all’evolversi della storia.

theillusionist

Edward è figlio di ebanista ma un incontro con un misterioso personaggio lo introduce verso l’arte dell’illusionismo.
Succede poi che il ragazzo si innamori, ricambiato della bella Sophie, figlia di un conte ungherese. L’amore tra i due ragazzi è inevitabilmente osteggiato e lui è costretto a fuggire.
Lo ritroviamo a Vienna 15 anni dopo, grande illusionista col nome di Eisenheim, capace di riempire il teatro tutte le sere.
Ed a teatro capita anche il Principee ereditario all’Impero, inevitabilmente fidanzato con Sophie. L’amore torna presto a sbocciare e lei (attenzione che qui vado a raccontare pezzi di vicenda che dovreste scoprire durante il film) e i due decidono di scappare e smontare il piano del futuro imperatore per rovesciare il padre.

A questo punto la vicenda diventa poliziesca in tutto e per tutto.
Sophie viene uccisa dal fidanzato geloso e l’ispettore Uhl indaga ritenendo colpevole Edward.
Arrivo al dunque (di nuovo frase da saltare se volete godervi il film) rivelandovi il finale: la morte della ragazza e la colpevolezza del principe sono il capolavoro illusionistico di Edward che riesce finalmente a mantenere la promessa mancata quindici anni prima: far sparire lei e Sophie.

Come detto Neil Burger mette insieme un buon film e riesce a creare atmosfere sul filo del romantico.
Molto ben fatta ho trovato la parte iniziale col racconto del rapporto tra i due ragazzini, per lo stile con cui è realizzata.
Ed è paragonabile ad un bel dipinto la scena d’amore tra Edward (Edward Norton) e Sophie (Jessica Biel), raccontata tramite una serie di dettagli dei corpi nudi a contatto tra loro. Si riesce facilmente a intuire la passione, la voglia, l’attesa per quell’incontro molto fisico rimandato per quindici anni.

Edward Norton è molto austero nel ruolo, la Biel non ha in realtà scene granchè impegnative ma è come sempre molto bella. L’interpretazione da segnalare è quella di Paul Giamatti, molto adatto nell’interpretare i dubbi e i contrasti dell’ispettore, partito come spalla del principe e pian piano convertito dal fascino dei due amanti e dalle colpe dell’erede, fino a convincersi della necessità di rinunciare ad una carriera gloriosa per amore di giustizia e per il bene dell’Impero austriaco.

Ultima nota, e mi scuserete se mi sono dilungato: molto affascinanti anche le scene con le illusioni in teatro, facile immaginare come trucchi anche molto più semplici potevano sconvolgere gli spettatori dell’epoca.

2 Comments

  1. Il film è carino, considerando che il regista era agli inizi, ma avrei preferito avesse evitato la sdolcinatura della magia dell’amore e il finale che si capisce da subito. Bello il parallelo con l’illusione del cinema

  2. soloparolesparse says:

    Assolutamente daccordo sul finale: fin troppo evidente fin dall’inizio…

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