Ancora un bambino cattivo, ancora un volto da ricordare e da inserire nella nostra galleria.
Solo che questa volta il bambino è solo uno strumento, una scocca utilizzata dal demone di turno.
Il mai nato è un buon horror, addirittura ottimo per la sua prima metà, almeno fino a quando il mistero viene svelato e comincia la lotta per allontanare il dibbuk (uno di quegli spiriti non accettati in paradiso e vaganti sulla terra alla ricerca di un corpo da possedere).
Casey, una davvero splendida Odette Yustman, scopre di aver avuto un gemello morto nell’utero e cerca di spiegare la pazzia ed il suicidio della madre partendo da questa perdita.
In realtà dietro c’è ben altro e ad aiutarla a scoprire il tutto sarà una vecchina a lei legata a filo doppio. Non approfondisco oltre per non togliervi il gusto della scoperta.
Una volta appurato che il demone ha come obiettivo quello di impossessarsi del corpo di Casey parte la lotta per sconfiggerlo.
Ottima l’idea di legare l’arrivo del demone agli esperimenti nazisti sui gemelli e molto ben costruita tutta la prima parte del film.
Visti e rivisti gli specchi come porte tra le dimensioni ma fanno sempre il loro effetto.
Le scene ad alta tensione non mancano e David S. Goyer riesce a renderle in maniera veramente degna, spaventando anche il sottoscritto in alcuni passsaggi.
Evidenti gli omaggi a L’esorcista, a partire dall’uomo che scende le scale come fosse un ragno (con tanto di testa rovesciata) fino alla scena dell’esorcismo vero e proprio, molto coinvolgente ma naturalmente niente a che vedere con quella a cui si ispira.
Ed ottima mi sembra anche la scena in cui l’inquietante bambino dei vicini (ma non è colpa sua) affetta la migliore amica di Casey, e qui l’omaggio sembra essere evidente nei confronti di Halloween.
A dare sostanza a tutto il film ci pensa Gary Oldman, rabbino progressista che aiuterà la ragazza a venirne fuori, con una interpretazione convincente e sicura.
In definitiva un buon horror (se vi piace il genere demoni da cacciare) con alcune soluzioni interessanti (ma mai eccessivamente innovative).
Inevitabile l’inquietante finale che lascia spazio ad The unborn 2 e a tutto quello che verrà.
Consigliato per una serata sul divano con ragazza da consolare al fianco.
Nota a margine: fantastica inquadratura aerea del bosco innevato. Immagino che Goyer si aspettasse i complimenti da parte di qualcuno (altrimenti non si spiegherebbe l’inserimento dell’inquadratura) ed ho deciso di farglieli io.