Certo, vi deve piacere il sangue, il sangue che sprizza un po’ ovunque mischiato a pezzetti (pezzettoni, diciamo) di cervello e brandelli di carne che splattano in giro.
Perchè Benvenuti a Zombieland è una bella sorpresa per gli amanti del genere (leggi: per il sottoscritto).
La trama è ovviamente scarsina, ma non è questo il punto.
Il mondo non è più come lo conosciamo. La maggior parte della popolazione mondiale è trasformata in zombie affamati di carne umana, al punto che il giovane Columbus ha ribattezzato l’America Zombieland.
Nel suo viaggio per tornare verso casa (nella vana speranza di trovare ancora qualcuno di vivo) si imbatte in Tallahassee, curioso personaggio a metà strada tra Rambo e Terminator (ma con una bella spruzzata di Tony Manero) ed in due sorelle (Wichita e la dodicenne Little Rock) che già prima del disastro giravano il Paese truffando la gente.
Il quartetto si unisce e si divide più volte attraversando il Paese da costa a costa e facendo fuori uno dopo l’altro morti viventi.
Tutto qui, perchè il bello è altrove.
Per esempio nella caratterizzazione dei quattro protagonisti, uno più folle dell’altro.
Le due ragazze sono truffatrici professioniste che hanno deciso di non fidarsi di nessuno. Tallahassee (ottimo Woody Harrelson) viaggia super armato, con tanto di cappello da cow-boy, ogni tanto distrugge qualcosa solo per sfogarsi e soprattutto è innamorato perso dei Twinkie, mirabolante merendina ripiena.
Ma anche Columbus ha le sue manie. A partire da una serie infinita di regole che ha scritto per sopravvivere agli zombie, fino al suo terrore illogico per i pagliacci (e non centra nulla Pennywise).
Ma sono le scelte di regia di Ruben Fleisher a far schiattare dal ridere in più occasioni.
Affascinanti i titoli di testa, che si muovono in scena tra immagini di zombie in corsa fortemente rallentate, al punto che cervelli e brandelli di tesuto umano si spappolano con accentuati dettagli visivi.
E poi provate un po’ a contare in quanti modi diversi gli zombie vengono eliminati, con quante armi più o meno istituzionali le teste vengono fatte esplodere.
Per non parlare delle battute e dei riferimenti alla società: del resto se la dodicenne Little Rock minaccia (e poi spara) con un fucile a canne mozze “la colpa è tutta di questi videogiochi violenti“.
E ancora due chicche veramente fenomenali.
La classifica delle migliori uccisioni di zombie della settimana (vorrei sapere a chi diavolo è venuta in mente), e soprattutto il geniale e divertentissimo cameo di Bill Murray (fresco vincitore del premio come Miglior Attore al Torino Film Festival per Get Low).
I quattro si trovano ad Hollywood e decidono di dormire in casa del mitico Murray. Lo trovano vivo e truccato da zombie (“Gli zombie non attaccano gli altri zombie“). Lo acclamano, lo festeggiano, lo mitizzano ed alla fine… non ve lo dico!
Insomma Benvenuti a Zombieland è una sorpresa davvero piacevole e potrebbe di diritto entrare nella hall of fame dei cult del genere.
E come potrebbe un film del genere concludersi in un posto diverso da un mega parco dei divertimenti affollato da zombie che si muovono tra montagne russe e ruote panoramiche?
Se vi fidate del vostro blogger, non perdete l’occasione di andarlo a vedere in sala. Per l’italia si parla di Maggio 2010.