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Le voci che corrono nei corridoi del Torino Film Festival segnalavano Pink Subaru come una delle sorprese di quest’anno.
Ed in effetti il film di Kazuya Ogawa è una commedia capace di portare una comicità a cui non siamo certo abituati.
Sarà che un film ambientato in Palestina da un regista giapponese fà ridere a prescindere…
Siamo a pochi chilometri da Tel Aviv, in un paese musulmano fortemente religioso.
Elzober ha lavorato per vent’anni ed ora può finalmente permettersi una macchina, una fimmante Legacy nero metallizzata.
L’acquisto è un evento per tutta la famiglia e per l’intero quartiere, al punto che si festeggia tutta la notte, si sacrifica un agnello e si piange per la gioia tra i fuochi d’artificio.
Il mattino dopo, però… la macchina non c’è più: rubata!
Scontata disperazione di Elzobar e dei familiari. La sorella rimanda l’imminente matrimonio e tutto il quartiere parte alla ricerca della macchina rubata.
Si coinvolgono ricettatori, maghi e chiunque possa sapere qualcosa e gli episodi da commedia classica si sprecano.
Il film è trabordante di situazioni comiche, dall’apertura con un estraniante “che sarà, sarà” in versione nipponica alle sequenze iniziali di gioia incontenibile per il nuovo acquisto.
E si continua a ridere per l’ingresso dei vari personaggi così come per i dialoghi.
Devastante la sequenza di un secondo furto di automobile, con il ladro che finisce per accompagnare dalla zia il bambino rimasto inavvertitamente in macchina.
Ed è ben inserita anche la vicenda parallela della venditrice della macchina che ha rimandato la stipula dell’assicurazione e cerca di recuperare portando avanti ricerche per proprio conto.
Ma la novità (oltre al tipo di comicità che fatico a spiegarvi ma vi assicuro essere fortemente diversa da quella a cui siamo abituati), la novità dicevo, è l’inserimento di alcune sequenze al limite del non-sense. Sono quelle legate al personaggio della giapponese che vive in Palestina. Una figura irriverente, un po’ folle, che trova la sua esplosione nella passeggiata vestita in abito da sposa rosa shocking per le strade di Ulkarem uno dei paesi più estremisti in Palestina per quanto riguarda la condizione della donna.
Una sorta di rivoluzione personale, un tentativo di fuggire e di ribellarsi, ma raccontato ancora con estrema leggerezza.
Cose da dire ce ne sarebbero ancora ma mi auguro che il film trovi distribuzione in Italia e abbiate l’occasione di vederlo.
Anche per gustarvi la sequenza finale dove, nella scia questa volta della più classica commedia all’taliana, tutti i protagonisti si trovano in scena per una conclusione delirante.
Cosa centra la Subaru rosa?
Non ve lo dirò neanche sotto tortura…
bene, promette bene!
Assolutamente… divertente ed intelligente… ogni tanto capita