La cosa buona è che ogni tanto alcune reti televisive hanno la brillante idea di trasmettere una serie di film legati tra loro da qualcosa.
Quella poco buona è che seguire un film su Italia1 (anzi tre film in questo caso) diventa una corsa ad ostacoli tra le varie interruzioni pubblicitarie, ed ora che il digitale terrestre ha introdotto canali come RaiSat Cinema ammetto di aver perso l’abitudine a questo abominio.
Jason Bourne nasce dalla fantasia di Robert Ludlum, autore di ottimi thriller e romanzi di spionaggio in genere.
Il personaggio al cinema è interpretato da Matt Damon ed ha presto preso una vita propria.
In poche parole Jason viene ripescato da un peschereccio ed è completamente senza memoria. Non sa chi è, come si chiama ne che lavoro fa. Si rende però presto conto di avere capacità fuori dal comune e decide di scoprire la sua identità.
Scopre così di essere un agente di un corpo speciale della CIA, addestrato ad uccidere. E scopre anche di essere un pericolo per l’agenzia, che sta provando ad eliminarlo. Da qui partono una serie di avventure con Bourne in fuga ed alla ricerca di se stesso.
Se The Bourne identity ha perlomeno sviluppato ampiamente tutta la parte sulla ricerca della propria identità, i restanti due capitoli non sono altro che dei buoni thriller stracolmi di azione dal primo all’ultimo minuto.
Se vi piaciono gli inseguimenti avrete di che godere, ma se soffrite di emicrania vi consiglio di stare lontani dalla serie (per lo meno dai due episodi diretti da Paul Greengrass) perchè i suddetti inseguimenti sono montati ad un ritmo insostenibile, con tagli di montaggio talmente serrati che la scena della doccia di Hitchcock al confronto sembra essere girata in pianosequenza.
A parte questo eccesso la serie è però godibile, la ricerca della verità ben costruita e capace di tenere viva l’attenzione, i personaggi discretamente caratterizzati.
Matt Damon a parte (inevitabilmente legato al personaggio) trovo molto affascinante Franka Potente, compagna di avventure di Bourne nel primo film e motivo scatente il ritorno in azione dell’agente speciale. La Potente è sensuale pur non essendo una bellezza classica ed è brava a rendere un ruolo non facile.
Discorso a parte per Julia Stiles, che riesce a comparire in tutti e tre gli episodi senza mai diventare un personaggio di primo piano (cosa che personalmente continuo ad aspettarmi ad ogni cambio di scena).
E, cosa ancora più sorprendente, senza nemmeno scambiare un bacino con Bourne.
La Stiles è brava ed il suo viso paffuto è sorprendentemente sexy.
E poi nel terzo episodio c’è una sequenza di quasi un minuto girata in piazza San Carlo a Torino…
Mi fermo qui in attesa di sapere se i rumors di questi giorni, che vogliono sulla rampa di partenza un quarto film sulla saga di Jason Bourne, troveranno conferma.