An education – recensione

An education è una commedia sorprendentemente delicata per la regia di Lone Sherfig, ma soprattutto è la prima sceneggiatura per il cinema di Nick Horby.
Il risultato di questa unione è un film lieve, vagamente romantico, ben diretto e capace di regalare buone sensazioni, sebbene poi non è che la vicenda finisca nel migliore dei modi.

Siamo nel 1961, Jenny ha (quasi) diciassette anni, è una studentessa modello con la sua bella schiera di spasimanti. Il suo obiettivo è l’ammissione ad Oxford ma il suo sogno sono la musica e i locali in cui si balla, la bella vita rappresentata in tutto il suo splendore da Parigi.
Nella sua vita piomba a sorpresa David, che ha il doppio dei suoi anni e la conquista proprio regalandole quello che ama. Serate tra adulti, divertimento, musica e ballo (non sballo, attenzione!).
David è dolce, innamorato e con i suoi modi gentili riesce perfino a conquistare il padre di Jenny, profondamente conservatore.
Il rapporto con l’uomo però sconvolge la vita di Jenny che cambia le sue priorità, lascia perdere la scuola e si trova a dover decidere tra l’Università e questa nuova vita.

Attenzione allo spoiler. Se non volete sapere saltate il paragrafo.

Quando David le chiede di sposarla la scelta cade sull’amore e tutto sembra filare per il verso giusto fino a quando Jenny non scopre che l’uomo in realtà è già sposato e l’ha obiettivamente ingannata. Lei gli  darebbe ancora credito ma a questo punto è lui a fuggire.
Per fortuna di Jenny la sua forza d’animo le permette di recuperare il tempo perso e di ottenere comunque l’ammissione ad Oxford. Il suo sogno di ragazza riprende quota e la sua vita riparte.

Fine dello spoiler.


Una commedia davvero elegante, capace di raccontare una storia qualunque con leggerezza e passione.
La giovane Carey Mulligan è splendida, mostra un portamento notevole, ha un sorriso devastante ed un fisico notevole.
Non vorrei essere blasfemo ma mi sembra evidente che la sua eleganza strizzi l’occhio alla Audrey Hepburn di Colazione da Tiffany, quantomeno nella sequenza parigina, quando sembra che tutti i sogni di Jenny si stiano avverando.

La Sherfig riesce a mettere insieme un film degno di essere goduto. L’ambientazione inglese è molto ben riuscita e i costumi sono davvero splendenti.
E la sceneggiatura di Horby fila via liscia, capace di coinvolgere e di sorprendere quando necessario.

Non certo un film indimenticabile, ma una pellicola da godere con serenità, la vita di un’adolescente degli anni sessanta a cavallo tra i suoi sogni e la concretezza di una vita che ha sempre dato per scontato ma che in fondo non le dispiace.
Consigliato? Ma si… direi di si.

One Comment

  1. Carlotta says:

    Concordo sul fatto che sia una pellicola da vedere, leggere e a tratti scontata, ma nel complesso carina!

Leave a Comment

Powered by WordPress | Deadline Theme : An Awesem design by Orman