La casa della peste

Va bene, mi sono sbagliato.
Mi sono lasciato fuorviare da un buon trailer e soprattutto dalla sinossi che faceva pensare che l’argomento di base fosse la peste, la malattia e le sue conseguenze.

Niente di tutto questo.
La casa della peste è uno scadente horror molto confuso che butta lì una serie di idee senza riuscire a svilupparle.
Anna è un’archeologa che scopre nei sotterranei di un vecchio ospedale londinese tracce di un orfanotrofio dalla storia misteriosa. I reperti che porta alla luce contengono però spore della peste e per evitare la diffusione della malattia si decide di radere al suolo l’edificio.
Anna cerca così di sfruttare l’ultima notte di vita dell’ospedale per proseguire le ricerche.
Finiscono dentro anche quattro ragazzi in fuga e si ritrovano tutti in un incubo da cui è difficile venir fuori.

L’ospedale diventa un labirinto e strane presenze si impossessano dei ragazzi spingendoli alla follia.
Anna cerca di capirci qualcosa e viene fuori una confusa vicenda di medici della peste, bambini ammazzati e riti magici che tendono a compiersi secoli dopo.

casa-della-peste

Il risultato che ottiene Curtis Radclyffe è però scadente (e due).
Manca completamente ritmo in una vicenda che si svolge quasi completamente nei sotterranei bui dell’ospedale.
L’ambientazione è talmente confusa che l’autore sente il bisogno di inserire più volte dei flash con la cartina dell’edificio che non sembrano avere altro scopo che quello di farci ritrovare il filo del discorso.
E a mio avviso sono ancora più gravi i continui inserti che guidano lo spettatore alla comprensione di quanto accade. Viene mostrato quello che si dovrebbe solo intuire, segno di poca sicurezza e di poca abilità nel rendere chiara la sceneggiatura.

Ma di cose brutte ce ne sono ancora diverse, con particolare nota di inguardabilità per gli intermezzi iniziali che mostrano la macchina con i ragazzi avvicinarsi all’ospedale. Quello che accade nella vettura è talmente fuori contesto che sembra messo lì appositamente per crearsi un alibi e giustificare la presenza dei quattro nell’edificio.

Solo un tantino migliori (ma a me non sono piaciuti nemmeno quelli) i flash con le apparizioni del medico della peste e dei bambini. Troppo veloci, troppo casuali, troppo poco significativi.

casa-peste-gina-philips

Ed anche la presenza di sequenze horror è molto limitata e completamente concentrata sulla ragazza incinta e sulla nascita del bambino, unici momenti in cui si rovescia un po’ di sangue in maniera interessante.
In tutto questo marasma di inutilità si muove comunque bene Gina Philips, che riesce a tenere in piedi il film e a renderlo guardabile in alcuni momenti.

Niente peste, niente diffusione della malattia, niente horror incentrato sul terrore per la diffusione del virus.
Peccato perchè lo spunto di partenza era una buona occasione per tirar fuori qualcosa di diverso.
Toccherà riprenderlo in mano e ricominciare tutto da capo.
Una volta tanto più che giustificata l’uscita diretta in dvd.

Leave a Comment

Powered by WordPress | Deadline Theme : An Awesem design by Orman