Credo sinceramente che il successo incredibile che sta avendo Benvenuti al sud sia dovuto in gran parte alla campagna promozionale che ha accompagnato il film di Luca Miniero.
Perchè obiettivamente il film non ha la forza per reggere un passaparola capace di questi numeri.
Colombo (!) è un direttore di uffici postali che viene trasferito in un paesino in provincia di Napoli.
Accompagnato dai suoi pregiudizi sulla gente del Sud Italia imparerà presto a ricredersi e ad amare il paesino e i suoi abitanti… continuando però a mantenere vivo il gioco del luogo inaccogliente con la moglie rimasta al Nord(e).
La trama è tutta qui (e del resto riprende pari pari l’originale francese Giù al Nord da cui il film è tratto, ed è anche sviluppata discretamente per dar vita ad una pellicola simpatica e ritmata ma molto più ambiziosa rispetto ai risultati che riesce ad ottenere.
Benvenuti al Sud è il festival dei luoghi comuni. Lo è volontariamente e dichiaratamente, sia chiaro, ma ciò nonostante viene fuori un’esagerazione che risulta in quanto tale e non ha altri meriti.
Tolta qualche battuta riuscita (Naike Rivelli che asseconda il povero Colombo trasferito al Sud dicendogli “La capisco, io ho un fratello in Kosovo“), tutta la parte sugli stereotipi iniziali finisce per essere noiosa.
Il quotidiano del paesino del sud sembra voler riprende film storici come Così parlò Bellavista o Pacco, doppio pacco e contropaccotto, senza riuscire ad avvicinarsi nemmeno lontanamente.
Meglio quando la vicenda ha una storia da raccontare ed il paesino organizza una colossale messa in scena per la moglie di Colombo, a quel punto il film sale di livello.
Capitolo attori.
Claudio Bisio è ormai troppo legato al cabaret e a tratti la sua forza attoriale subisce gli anni di Zelig.
Angela Finocchiaro è invece a suo agio in un ruolo molto esagerato.
Francesco Albanese ha buoni colpi da giocare, ma crolla clamorosamente (e inevitabilmente) quando finisce per scimmiottare Massimo Troisi.
Valentina Lodovini fa il suo. Ed “il suo” in questo caso è l’incarnare lo splendore e la passione della classica ragazza mediterranea, cosa che innegabilmente le riesce.
Se invece volete divertirvi a contare gli stereotipi e le esagerazioni presenti allora avrete di che divertirvi a più livelli… a partire dall’arrivo a Castellabate tratteggiato in maniera estremamente simile all’arrivo di Jonathan Harker al castello del Conte Dracula.
A me è piaciuto… Fino a 3 quarti, ovvero l’arrivo della Finocchiaro nel paesello 😛
Due risate, cinema pieno e l’impressione di un Italia tutto sommato unita nonostante le diversità (cosa che qualcuno non vuole si creda). 🙂
Hanno già in campo il sequel “benvenuti al nord” 🙂
@ Napolux
Confermo l’impressione dell’Italia unita, visto che si gioca sugli stereotipi del Sud ma anche ampiamente su quelli del Nord