Michael Winterbottom è un maestro di stile, così la prima cosa che si nota guardando The killer inside me è l’estrema eleganza del racconto, delle immagini, dei volti, dei corpi, delle luci… pur in una vicenda sporca e cattiva.
Lou è un poliziotto di un paesino del West. Un paesino classico degli anni ’50 americani, dove tutti si conoscono e tutti sanno tutto di tutti.
E il nostro Lou sembra un ragazzo a posto, almeno per i primi 5 minuti di film.
Al sesto minuto lo vediamo prendere a cinghiate sul culo la prostituta Jessica Alba e capiamo che qualcosa dietro al suo aspetto pulito non va.
Si tratta di qualcosa che risale alla giovinezza e che non ci viene mai spiegato fino in fondo. Qualcosa che però lo ha reso violento e vagamente fuori di testa.
Così coglie l’occasione per una antica vendetta e fa fuori un paio di persone, e da lì la questione si complica perchè dovrà riuscire a venirne fuori senza farsi scoprire.
E non fosse così decisamente folle ci riuscirebbe anche, solo che il suo bisogno di violenza (obiettivo preferito i sederi delle donne che ama) lo porta ad incasinare tutto e a cadere vittima del suo stesso delirio.
The killer inside me è un titolo che più azzeccato non si può (ed aspetto a proposito quale sarà la delirante traduzione italiana) perchè Lou quasi ci convince di essere uno a posto ed è evidente che non può nulla contro la follia che lo attanaglia.
E il ghigno di Casey Affleck è quanto di più adatto si possa trovare al personaggio, sebbene la sua voce (nella versione originale) è una cantilena strascinata a volte incomprensibile e insopportabile.
Il film è – come detto – di grande eleganza, e gli ambienti (e soprattutto le musiche) anni ’50 danno una bella mano a rendere magico il paesaggio.
Winterbottom in questo è un maestro, non si può contestare.
Per quanto riguarda il capitolo sculacciate, quella famosa sul posteriore di Jessica Alba (tramite apposita cintura) arriva dopo cinque minuti. Bisogna invece attendere quasi un’ora per assistere alla sculacciata di Kate Hudson, questa volta a mani nude.
E nota di merito per quest’ultima per la sequenza in cui… e no… non posso dirvelo… sarebbe uno spoiler troppo evidente… sappiate però che la sequenza è una delle più realistiche che ricordi!