L’abilità di Tom Six nel proporre The Human Centipede 2 (full sequence) è tutta nel ribaltare il gioco che aveva creato nel primo film.
Se il dottor Heiter era l’estrema sintesi della purazza e della sterilità, Martin è la quintessenza dello schifo… ne prleremo tra un po’.
Martin è un trentenne (portati male) quasi autistico. Non parla, non ha rapporti con nessuno, ed è ossessionato dal film The Human Centipede di Tom Six.
Talmente ossessionato che decide di provare per conto suo a creare un millepidi umano.
Per farlo cattura passanti nel parcheggio dove lavora e li rinchiude legati come vermi in un capannone, dove darà vita al suo ambizioso esperimento.
Nel frattempo si rompe anche il rapporto con la madre, il suo unico rapporto con un altro essere umano.
Tom Six gioca con se stesso e con la balla che ritorna ad ogni fatto violento di cronaca che i film sono un cattivo esempio e portano all’emulazione.
In questo caso è lo stesso regista a raccontare l’emulazione del suo precedente film.
Se la partenza è sostanzialmente la stessa però Six ribalta completamente i giochi.
The Human Centipede 2 è un film grottesco sotto ogni punto di vista, a partire dal cupo bianco e nero e dal personaggio ripugnante di Martin, vero fulcro della faccenda.
Come dicevo all’inizio, Martin è l’esatto opposto del suo predecessore.
Se il dr. Heiter era preciso, attento, maniaco nei dettagli della pulizia e della sterilità del suo lavoro, Martin è invece lurido, sudaticcio, grasso, e ovviamente non è un medico e non ha la minima idea di come realizzare quello che ha in mente.
Il problema è che lui crede di saperlo e così si arma di buoni propositi (e coltelli, tenaglie, nastro, sparapunti e un sacco di altra roba) e artigianalmente prova a ricreare il millepiedi del film… ovviamente portando i partecipanti da tre a più di dieci.
Il film è cupo, grottesco e distrubante per tutta la sua durata (basta inquadrare Laurence R. Harvey per ottenere l’effetto) e diventa terribile al momento decisivo, quando Martin comincia la sua lurida operazione, che si conclude in maniera davvero vomitevole.
Tuttavia il momento più inquietante a mio modo di vedere è legato al bambino abbandonato in macchina (capirete vedendo).
Plus del film senza dubbio l’idea di affiancare a Martin un millepiedi voracissimo che lui alleva e la geniale scelta di coinvolgere nel millepiedi Ashlynn Yennie, protagonista del primo film e (in quanto tale) scelta da Martin per essere la testa del suo millepiedi umano.
Come finisce il film non ve lo racconto ma sappiate che sarà un’inevitabile carneficina (sorpresi?).
Oh, vi ricordo ancora che il ribaltamento di registro di cui abbiamo parlato era ampiamente anticipato dalla tagline del film, che se nel primo era 100% medical accurate, qui diventa 100% medical unaccurate.