C’è qualcosa di diverso in Santeria rispetto agli altri film di esorcismi dai quali siamo invasi in questo periodo.
Benny Mathews parte infatti dalle apparizioni della Madonna ponendole al centro della faccenda e da lì muovendo fino alla soluzione finale.
Soluzione finale che in realtà conosciamo fin dall’inizio quando veniamo avvertiti che quella che vedremo è la ricostruzione di una storia vera (ma non ho trovato alcuna conferma) conclusasi con la scomparsa di un ragazzino di nove anni, la morte della cugina Sara e la testimonianza dell’unica altra superstite dell’evento, pronta a giurare che l’intero fattaccio fu opera del Diavolo.
Siamo nel 1998 e il piccolo Ricky vede continuamente quella che lui dice essere una bella signora con delle rose in mano.
L’intera cittadina si mobilita, la madre scatena maghe locali (par di capire che siamo in Messico) per liberare il figlio da questa presenza, che ritiene non proprio santa.
Nel frattempo arriva la cugina Sara, ed anche lei dice di vedere qualcosa, ma non della Madonna si tratta ma di un qualche demone pronto a prendersi il ragazzo.
Insomma viene fuori un delirio, con il paese a fare da pubblico ed una troupe di una televisione di quelle che invitano ad amare Dio sopra ogni cosa che indaga cercando di capirci qualcosa.
Il finale, ve l’ho detto, lo sappiamo fin dall’inizio.
Non è un brutto film questo Santeria, ma l’impressione è che sia un prodotto locale con pochi fondi che avrebbe meritato miglior sorte.
Il risultato è un’accozzaglia di ispanici urlanti e preganti misti a contiui esorcismi di preti e maghi locali.
L’insieme è un po’ confuso ma decisamente affascinante.
Gli effetti speciali lasciano parecchio a desiderare, ma per fortuna sono pochi.
La cosa migliore è forse il finale, quando la tensione aiutata dalla continua musica extradiegetica esplode in una frenesia drammatica.
E aiutata da un montaggio per nulla tradizionale e molto ben riuscito.
Il riferimento più scadente è al 1998 come anno del Diavolo in quanto triplo 666.
Il cast se la cavicchia con Maria Fonseca Sotolongo una spanna sopra gli altri.