L’idea di base di The Hunters (che non vi svelerò perchè è su quello che si basa l’unica sorpresa del film) è molto buona, ciò che stupisce è invece il ritmo volutamente ed esasperantemente lento che Chris Briant mantiene per tutto il suo film.
Ritmo che allontana la pellicola dai suoi simili del genere e concede un finto rilassamento, un falso svago (che è proprio il clou della faccenda a ben pensarci).
Abbiamo un maestro di scuola, un tecnico dei computer ed un paio di amici che nel week end vanno a caccia per rilassarsi.
E sembra proprio che ne abbiano bisogno perchè in settimana le loro vite sono oppresse dal prossimo, non dormono, hanno terribili incubi.
Poi abbiamo un giovane poliziotto che vorrebbe indagare sulla scomparsa misteriosa di un sacco di persone ma il cui capo burbero lo obbliga a proteggere una specie di testimone.
Le due storie troveranno inevitabilmente un terreno comune su cui incontrarsi.
Ed il terreno comune è ovviamente il bosco ed il forte in cui è ambientata gran parte del film.
Luogo oscuro e pericoloso per antonomasia, il bosco è qui reso ancor più misterioso dalla presenza del forte diroccato, con i suoi tunnel, le sue stanze e gli ingressi sconosciuti.
L’atmosfera del film è tesa fin dall’inizio.
Sappiamo da una brevissima intro che qualcosa è successo (o dovrà succedere), e sappiamo anche quando perchè The Hunters è scandito dal conto dei giorni fino alla fine della settimana successiva.
Quello che non sappiamo è il motivo di tanta tensione, il motivo degli incubi (peraltro resi molto bene), il motivo del terrore che aleggia.
Non so dirvi se il film mi è piaciuto, proprio non riesco a decidermi.
Certo alcune sequenze sono buone, il clima generale è discreto, per inclinazione personale ho trovato ben fatta l’ambientazione della stanza degli orrori nel forte, ma nell’insieme non c’è dubbio che Chris Briant (anche buon protagonista) abbia tenuto i toni un po’ troppo lenti, dando spazio (troppo?) alla caccia e agli inseguimenti, mischiando prede e cacciatori, giocando molto col bosco e con i timori dei protagonisti.
Buono il finale, inevitabilmente drammatico, con Silent Night ad accompagnare in maniera molto disturbante.
E se devo dirvela tutta la presenza della bionda Dianna Agron mi è sembrato un modo per voler inserire a forza una presenza femminile che poco senso avrebbe nel cuore della vicenda.