Ci sono alcui film, i drammoni sentimentali, che fanno impazzire le donne e diversi uomini che conosco, ma che io proprio non riesco a soffrire.
Così mi è difficile dire perchè mi sia messo a guardare La memoria del cuore visto che appartiene decisamente alla categoria e Michael Sucsy ha fatto un lavoro pulito per restare nei limiti del genere senza sforare di una virgola.
Leo e Page sono follemente innamorati e sposati quando una sera hanno un incidente in macchina.
Page rimane qualche giorno in coma e quando si sveglia la sua mente ha cancellato gli ultimi cinque anni della sua vita.
Non riconosce Leo, non sa perchè ha litigato con la sua famiglia, nè perchè ha lasciato il fidanzato precedente.
Così parte lo scontro tra la famiglia che prova a riportare a casa la ragazza cancellando quanto accaduto e Leo che prova invece a far tornare la memoria alla moglie con ogni mezzo.
Nel centro della lotta la povera Page che non sa che fare, come muoversi, a chi credere.
Trama ovvia e scontata, diciamo classica e classico è anche il modo di raccontarlo.
Un rassicurante vai e vieni di sentimenti, di passioni, di ricordi.
Potrà l’amore chiudere il buco lasciato dalla mente?
Può una storia d’amore ripetersi una seconda volta in condizioni diverse?
Sostanzialmente sono queste le domande a cui si cerca risposta.
L’inizio è fortemente drammatico con l’incidente che da il via alla vicenda, poi – come detto – si viaggia su strade classiche.
Buona la colonna sonora, piena di canzoni messe lì apposta per far spremere qualche lacrimuccia agli spettatori più sensibili.
Apprezzabile l’ironia con cui è stato scelto di chiamare Cafè Mnemonic il luogo simbolo dell’amore della coppia.
Rachel McAdam e Channing Tatum sono bravi, belli e commoventi, mentre mi sarei aspettato qualcosa di più da Jessica Lange e Sam Neill, che avrebbero potuto dare più spessore ai propri ruoli, pur secondari, ma evidentemente sono stati inseriti nel cast solo come richiamo per le allodole.
Oh… il film non è brutto, ma è come mille altri drammetti sentimentali.