Pensate ad un film come Operazione San Gennaro ed avrete qualcosa di simile a questo Un bambino difficile da rapire.
Il romanzo di Rennie Airth ha dentro diveritmento, ironia, pasticci colossali ed un colpo improbabile, complicatissimo, organizzato fin nei minimi dettagli e destinato a fallire miseramente.
Addirittura abbiamo anche dei protagonisti americani che provano il colpo in Italia, a Roma in questo caso.
Harry è uno spacciatore di passaporti ma nella sua vita c’è un incubo: l’amico Morland si presenta con imprssionante cadenza pluriennale per proporgli dei colpi perfetti che immancabilmente finiscono in disastri colossali.
Così all’ennesima apparizione harry è pronto a fuggire al più presto, ma per un motivo o per l’altro finisce per essere nuovamente invischiato con Morland.
E questa volta si tratta addirittura del rapimento del figlio di un ricchissimo arabo, mezzo criminale.
Con loro ci sono un gigante tedesco che rimpiange la guerra e una splendida ragazza dai capelli rossi finita in mezzo all’affare non si sa come.
Il piano di Morland è complesso ma sembra avere tutti i dettagli al loro posto, peccato che gli imprevisti pioveranno continuamente a scombinare le carte e ad esaurire le finanze di Harry.
L’ironia ed il divertimento sono la base del romanzo di Airth, accompagnati da un modo di raccontare a sua volta ironico e piacevole.
Harry è anche la voce narrante, così finiamo per fare tutto il viaggio al suo fianco scoprendo con lui intrighi, segreti e colpi a sorpresa che qualcuno dei protagonisti ha deciso di non rivelare agli altri.
E poi abbiamo il neonato (che poi sono due) che ha un ruolo importante nella vicenda, e tutto il sottobosco di personaggi romani anni ’60, di un quartiere romano non certo di primo piano ma capaci di creare un’atmosfera che da spessore e qualità al libro.
Il finale è un rincorrersi di pasticci colossali che portano all’ovvio fallimento, ma…
Uno dei miei libri preferiti! L’avrò letto una dozzina di volte!