Bikini Girls on Ice, che altro volete sapere?

Vi avevo promesso che avrei cercato di vedere Bikini Girls on Ice per la curiosità che mi ispirava il titolo e per il discreto trailer che lasciava intravedere qualcosa di buono.
Finalmente l’ho fatto ma ammetto in partenza che il film di Geoff Klein ha poco altro da offrire se non l’idea iniziale e quindi i corpi in bikini delle ragazze protagoniste.

Un gruppo di ragazze organizza (spinte in realtà da uno dei ragazzi della scuola che gestisce la cosa) un car wash in bikini… non è chiaro per raccimolare soldi per cosa.
Il bus che hanno recuperato li molla ovviamente a metà strada e così non riescono a raggiungere il posto deputato al car wash e sono costretti a fermarsi in una stazione di servizio che sembra disabitata.

In attesa di riparare il bus organizzano sul posto il car wash (così non ce lo perdiamo) ma nel frattempo arriva la sera ed un inqueitante personaggio comincia a fare a pezzi ragazze, passanti malcapitati e accompagnatori.

L’intro prima dei titoli è quanto di più classico possa offrire un horror.
Una ragazza bionda (già in bikini?!) si ferma nella stazione di servizio disabitata, cerca indicazioni e viene fatta a pezzetti dal folle di turno.
Poi si comincia con la storia che ovviamente ci riporterà (velocemente) in quella stazione.

Peccato che la storia è proprio poca cosa.
Manca una sceneggiatura decente, i dialoghi e le interpretazioni sono decisamente scadenti.
Tutto l’interesse di Klein è concentrato su due punti fondamentali (e del resto dichiarati): le ragazze in bikini e la loro macellazione.

Nella compagnia di ragazze non mancano intanto i personaggi caratteristici, sebbene anche loro siano buttati lì giusto per far vedere che ci sono.
Così abbiamo la coppia di ragazze lesbiche e quella decisamente ninfomane che decide di arrotondare prostituendosi con i clienti del car wash.

E poi arriviamo al sodo: il folle assassino macellatore.
William Jarand è anche l’unico che ne viene fuori decentemente a livello interpretativo (sarà che non parla).
Massiccio, capelli unti, tuta da lavoro, si diverte a massacrare le ragazze e a conservarle sotto ghiaccio in grossi congelatori.
Poi (questa dev’essere stata l’idea di partenza) raccoglie i loro bikini e li stende per bene allineati in una macabra esposizione.

Tutto qui quello che di interessante potrete trovare nel film.
Oltre naturalmente ai corpi quasi nudi delle ragazze, alla breve sequenza del car wash e a Cindel Chartrand, che almeno quando si tratta di scappare urlando in bikini riesce a non sfigurare.

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