Fa un po’ sorridere pensare che Quartet rientra in pieno nella storia del Torino Film Festival e che addirittura Dustin Hoffmann avrebbe potuto partecipare in concorso, perchè il suo è un esordio alla regia a tutti gli effetti.
Ed è un esordio con i controfiocchi perchè il film è potente, divertente, a tratti irresistibile e con dei dialoghi spesso folgoranti.
Siamo in una casa di riposo per vecchie star della musica e tutto scorre sereno tra le follie degli ospiti, persi nel loro splendore passato e confusi dai loro acciacchi attuali.
A rompere l’equilibrio arriva Jean, stella di primo piano dell’opera inglese e soprattutto ex moglie di uno degli ospiti.
Intanto si sta organizzando il galà di fine anno, momento in cui gli arzilli vecchietti tornano a suonare e cantare, quest’anno ancora più importante per raccogliere fondi per mantenere in vita la struttura.
E l’arrivo di Jean fa pensare che forse si potrebbe riproporre uno storico quartetto del Rigoletto che decenni prima ebbe enorme successo…
La regia di Hoffman è pulita, quasi invisibile, la forza del film è tutta nella sceneggiatura e nei dialoghi, divertentissimi, a tratti devastanti.
Quartet è un grande omaggio all’opera ed alla musica tutta (anche perchè tutti i personaggi di contorno sono ex musicisti di vario livello e specializzazione), ma è soprattutto un omaggio all’attorialità inglese perchè le prove di Maggie Smith, Tom Courtenay, Michael Gambon, Billy Connolly e Pauline Collins sono obiettivamente stratosferiche!
Naturalmente nel bel mezzo della commedia non mancano i problemi dell’età, malattie, acciacchi, memorie che vanno e vengono (o che vanno semplicemente).
In fondo viene fuori un grande amore per la vita (e per la musica naturalmente), con un finale inevitabilmente commovente.
E ovviamente è splendida la colonna sonora…