Splendido thrillerone a tinte horror con una Gretchen Lodge potente ed estremamente convincente.
Eduardo Sánchez mette insieme con Lovely Molly un film perfettamente narrato capace di esprimere orrore vero.
Tim e Molly si sono appena sposati e vanno a vivere nella vecchia casa di Molly bambina.
Solo che ben presto rumori molesti e allarmi che scattano fanno pensare a persone che si introducono in casa e siccome Molly è spesso sola (Tim fa il camionista) la faccenda la preoccupa.
Anche perchè presto la situazione degenera ed un paio di vecchie paure della ragazza (i problemi con la droga e la morte dei genitori avvenuta proprio in quella casa) tornano ad affacciarsi alla sua mente.
Nemmeno la sorella Annah riuscirà ad aiutarla.
Si comincia con le immagini riprese dalla videocamera del matrimonio dei due ragazzi, espediente abusato ma che qui da giusto un po’ di colore, anche perchè viene poi riproposto in alcuni momenti del film, ma senza esagerare.
Sanchez è ottimo nel costruire il problema.
Senza fretta, ce lo propone un po’ alla volta, facendoci vivere il crescendo delle difficoltà di Molly ed il distrubo nella sua mente.
Non butta tutto subito in pasto allo spettatore, è abile a centellinare la faccenda.
E comunque fino alla fine non ci rivela se davvero Molly vede qualcosa (e lo vede solo lei) o se il suo è un problema psicologico… altro punto a favore del film.
E poi ci sono droga e sesso, molto, quasi come fossero un segno della crisi, un simbolo della deformazione, del crollo della ragazza.
Molto evidenti.
Ottimo anche il crescendo del finale, molto crudo ed anche in questo caso diluito nel tempo.
Solo a quel punto l’orrore psicologico che ci ha accompagnato per tutto il film ci regala qualche spruzzo di gore che si adatta perfettamente ad un film che si rivela ottimo.