Poteva forse regalare qualcosa di più Joe Carnahan con un soggetto un po’ abusato ma comunque ottimo, invece The Grey è un buon film ma con tante cose che non funzionano.
Ottway vive in un posto dimenticato da Dio, in mezzo ai ghiacci, ed il suo compito è di proteggere i lavoratori (che come lui sono ex galeotti e gente senza futuro) dagli attacchi dei lupi.
Quando finalmente il gruppetto sale sul piccolo aereo per tornare nella civiltà, ecco che il veivolo precipita e li lascia isolati in mezzo al nulla, nel gelo eterno e naturalmente minacciati da lupi famelici.
Liam Neeson è al centro del film per tutta la durata e fa la sua discreta figura senza strafare.
Poi abbiamo queste enormi distese bianche che fanno venire freddo solo a guardarle e un’ottima scena del disastro aereo.
Oh, c’è anche tutta la faccenda dello scontro coi lupi che è molto ben fatta, perchè non si limita a “io mangio te o tu uccidi me” ma c’è tutta la filosofia del cacciatore di lupi che conosce la bestia e capisce quali potrebbero essere le mosse successive del branco.
Poi però manca una bella fetta che mi sembra dovrebbe essere ovvia.
La ricerca d’aiuto dei sopravvissuti, la ricerca di cibo e acqua, perfino il tentativo di resistere al gelo, al ghiaccio ed alla neve.
Tutta roba solo accennata e sovrastata dal pericolo delle belve, roba però che avrebbe meritato uno sviluppo decisamente maggiore e più attento.
Senza contare che fa abbastanza acqua anche l’aspetto psicologico dell’intera vicenda, con questi scarti della società abbandonati dal mondo ma che in realtà (guarda un po’) hanno anch’essi una vita e degli affetti a cui tornare.
E non manca l’amore di Neeson che però…
Non alzatevi dalla poltrona fino a titoli conclusi perchè c’è una figata conclusiva.