Ormai il found footage non è più una moda ma una vera e propria tecnica cinematografica per raccontare una storia, come il mockumentary, il cartone animato, il documentario.
Quindi la colpa di Apartment 143 per me non è di essere l’ennesimo found footage, ma semplicemente che Carles Torrens ha fatto un film che funziona poco, noioso con giusto un paio di momenti godibili di alta tensione.
Alan chiama una squadra di acchiappafantasmi per scoprire cosa succede nella sua casa.
Da quando la moglie è morta rumori, telefoni che squillano, luci che si spengono e si accendono e cose simili hanno assillato la sua vita e quella dei due figli, l’adolescente Caitlin ed il piccolo Benny.
E i fenomeni sono proseguiti anche dopo aver cambiato casa.
Così la squadra piazza telecamere ovunque, strumenti di sondaggio, fa foto, video, rileva temperature… insomma tutto quello che si fa normalmente per scovare un fantasma.
Ed i fenomeni non tardano a verificarsi, anzi si intensificano notevolmente.
Il dottor Helzer però non è convinto che si tratti davvero di un fantasma.
Storia classica, effetti più che classici, telecamere ovunque (ma il found footage non è gestito al meglio e non sempre è credibile).
Pochi personaggi (sei in tutto i principali) e ambiente molto limitato non aiutano a tenere alto il ritmo ma molti esempi ci hanno mostrato risultati migliori.
C’è da capire il mistero, da farsi una propria idea, da scoprire cosa nascondono i protagonisti, qualcosa da fare c’è.
Però l’insieme è poco coinvolgente e a tratti monotono.
Poi però ci sono un paio di sequenze forti fatte discretamente bene.
La seduta spiritica che finisce in vacca ed il prefinale sono potenti, coinvolgenti e con effetti speciali curati con attenzione.
Un po’ pochino però…
Il cast non mi fa impazzire.
Kai Lennox ha un monologo ben fatto, Gia Mantegna sfiora la sensualità tipica di un’adolescente in un paio di occasioni ma poco altro da ricordare.
La mia impressione è che se trasformassero la faccenda in una serie TV con il trio di acchiappafantasmi come protagonista potrebbe venir fuori qualcosa di buono.
