Chicago di ‘Ala Al-Aswani

Un libro decisamente (ma presumibilmente involontariamente) diviso in due parti, Chicago permette a ‘Ala Al-Aswani di raccontare la vita della comunità egiziana nella città americana, una comunità strettamente legata alla facoltà di medicina intorno alla quale ruotano in fondo le vicende narrate.

La prima parte è la più interessante ed anche quella letterariamente più apprezzabile.
Si parte da qualche accenno sulla storia di Chicago (ma lo sapete che – ironia della lingua – il nome vuol dire qualcosa tipo “città che puzza”?) che serve ad introdurre la presenza egiziana sul territorio.
Poi Al-Aswani si dedica a presentarci i personaggi ed è un modo perfetto per raccontarci le problematiche della comunità.
Il tentativo di fuggire dal regime (siamo ancora sotto Mubarak) per trovare un mondo moderno in cui studiare, la voglia comunque di tornare per aiutare il proprio paese.
Poi l’idea di americanizzarsi che si scontra con le tradizioni e i dettami della religione.

Viene fuori un panorama di figure contrastate, sognatrici ma spesso disilluse, sempre combattute tra tradizione e modernità.
Ma viene anche fuori una comunità costantemente legata al suo paese e comunque strettamente controlata, anche a distanza, dal regime.

Meno interessante la seconda parte quando le storie personali dei protagonisti prendono il sopravvento. E sono storie d’amore, di passione, di difficoltà, di tradimenti… storie comuni a tutto il mondo.
Non manca però il momento clou con la visita del Presidente egiziano (attenzione: mai nominato!) a Chicago e il tentativo di protesta messo in piedi dagli studenti.

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