Si avvia alla conclusione anche la terza stagione di The Walking Dead e sinceramente lo fa in maniera un po’ stanca.
I momenti dedicati agli zombi sono ormai solo dei piccoli flash all’interno delle puntate, la vicenda si è allargata, si gioca molto sulle psicologie dei personaggi e sullo scontro tra il governatore e Rick.
Le tre puntate prese in esame sono moscette, la quattordicesima riesce nell’impresa di staccarsi completamente dalla vicenda e non mostrarci per 45 minuti nessuno dei protagonisti originari, tanto meno la prigione.
Si conclude il processo verso gli inferi di Rick, che dopo aver rischiato lo scambio dei ruoli con Merle ne viene fuori (forse) giusto in tempo per lo scontro finale e per guidarci verso al stagione successiva (che ormai sappiamo ufficialmente essere in preparazione).
I momenti migliori ormai sono i rari flash splatter, quando la noia generale all’improvviso viene disturbata da una testa schiacciata o da una mano mozzata.
Ottimo (questa si che è nuova) la trovata degli zombi bruciati nella fossa comune e che, in quanto zombie, continuano a non-vivere, solo decisamente più arrostiti.
Tra le cose mosce ci mettiamo inevitabilmente il proseguio della storia d’amore tra Glenn e Maggie, tra quelle buone il drammatico finale dell’episodio 15 con la resa dei conti (a sorpresa per come arriva) tra i fratelli Daryl e Merle.
Ora aspettiamo la puntata finale della stagione 3, che ci aspettiamo scoppiettante come tradizione.
