Impossibile questa volta non partire dal titolo italiano. Perchè Passioni e desideri è l’ennesimo titolo italiano che stupra il perfetto e simbolico originale che è 360. Se poi ci dimentichiamo il titolo allora il film di Fernando Meirelles è davvero interessante, prima di tutto per la sua costruzione, poi per le vicende narrate.
Vicende, si. Perchè in un unico film si intrecciano e si alternano diverse storie. Personaggi che finiscono per conoscersi, incontrarsi, magari solo sfiorarsi e poi riprendere la propria strada e la propria vita. Oppure decidono di cambiarla, di sterzare e viverne una nuova.
Insomma Meirelles ci racconta la vita vissuta di alcune persone e lo fa con mestiere e tecnica.
Lo fa anche con un cast d’eccezione che va da Jude Law a Rachel Weisz, da Anthony Hopkins a Lucia Siposová a Gabriela Marcinkova. Un cast che è in grado di utilizzare al meglio, centellinandolo e alternandolo. Basti pensare che Hopkins appare solo dopo quaranta minuti, quasi in sordina.
La forza del film è la struttura, il continuo incrociarsi delle storie e dei personaggi, in un loop potenzialmente infinito. Quello che rimane fisso è il tema, perchè in fondo si tratta sempre di amori. Ma che siano amori sbagliati, malati, finiti, in crisi. Abbiamo la ragazza che diventa prostituta per soldi, quella che decide di separarsi dal marito perchè si è innamorata di un uomo che però è musulmano. Poi l’uomo che va a prostitute ma ha una moglie che adora e la donna che ha un giovane amante di cui non vuole più saperne. Ma anche la ragazza tradita dal fidanzato che prova a conquistare un curioso personaggio appena uscito di galera dopo aver scontatao sei anni per stupro.
Insomma un bel crogiuolo di situazioni e di amori che Meirelles riesce ad incrociare alla perfezione, utilizzando anche un montaggio ed una divisione dell’inquadratura spesso curiosa e ardita.
In fin dei conti forse 360 meriterebbe una seconda visione per godersi gli intrecci senza sorprese e sapendo dove si andrà a parare col finale.