Un horror che viaggia su toni molto classici, e per classici intendo gli anni ’80 con mostri modificati da strane sostanze che attaccano inerti studenti bloccati in un luogo isolato da cui difficilmente potranno uscire. 13 Eerie è esattamente questo e non regala niente di sorprendente, ma Lowell Dean fa il suo mestiere nel migliore dei modi e riesce anche a giocare e a divertirsi con lo splatter.
Un gruppo di studenti segue il proprio professore per preparare l’esame finale di scienza forense. Il gruppo raggiunge un ex carcere in disuso da anni dove il professore ha sistemato alcuni cadaveri. Gli studenti dovranno analizzare i corpi e le varie scene del crimine ricostruito.
Solo che nei boschi che circondano il carcere si aggirano alcuni inquietanti personaggi, presumibilmente ex detenuti zombizzati da chissà quali esperimenti segreti compiuti su di loro dal governo in tempi passati… e così la vacanza studio diventa decisamente più interessante.
Dean comincia con un ottimo inizio in cui mostra la barca degli studenti che risale il fiume e la serie dei cadaveri sparsi nelle location ricreate… solo che non ancora non lo sappiamo che quelli sono corpi piazzati per l’occasione: l’effetto è interessante.
Come è interessante tutta la prima parte, la preparazione, fino all’apparizione del primo cadavere animato.
A quel punto ci tuffiamo con tutte le scarpe nell’horror classico di cui vi accennavo all’inizio e la situazione si fa divertente.
Sequenze horror ben fatte, mostri che staccano dita e brandelli di carne a morsi e protagonisti che provano a difendersi menando fendenti con quanto trovano in giro.
Non mancano i protagonisti con le loro caratterizzazioni (la bella è Katharine Isabelle), la trasmittenti che saltano, la notte che arriva, quello che non viene creduto, lo scettico, il sangue a fiotti… manca solo il nudo delle due ragazze.
Buone poi alcune soluzioni, come la sequenza creata con l’alternanza di immagini dei cadaveri e del cuoco che prepara il pasto, interessante e vagamente straniante, ed un’immagine finale simpaticamente geniale.