Curse of Chucky – La maledizione di Chucky

E poi capita che ti appresti a guardare La maledizione di Chucky con un po’ di nostalgia degli horror anni ’80 ed invece scopri che Don Mancini ha ripreso in mano la saga realizzando un film che è assolutamente un gioiellino.

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Chucky riappare spedito per posta in una casa (che sembrerebbe una casa) qualunque. Qui fa fuori subito la mamma ed in casa rimane la venticinquenne Nica, sulla sua sedia a rotelle.
Così arrivano la di lei sorella (stronza e lesbica) col marito, la figlia e la baby sitter, intenzionati a vendere la casa e mettere Nica in un istituto.

Ma non hanno fatto i conti con la rediviva bambola assassina, intenzionata come sempre a fare piazza pulita.

Il film è perfettamente sui toni classici, con il giusto livello di splatter e di paura.
Ottima la costruzione (anche questa tradizionale) della vicenda, ottime alcune soluzioni visive. Inquadrature mai banali, Fiona Dourif che si specchia nel sangue, Chucky nella lama del coltello.

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Poi però il bello arriva a film in corso, con Mancini che riesce a legare questo ennesimo episodio a doppio filo con la saga originale e ce lo racconta con un flashback tra bianco e nero e colori estremi che riporta tutto sulla linea della coerenza.

Ma anche quando tutto è chiaro far fuori Chucky non è per nulla semplice, nemmeno per la giovane paraplegica che con lui ha un rapporto antico.

Senza considerare poi che c’è da fare i conti con la giustizia, alla quale non è semplice far credere che la colpa della solita strage è di quel bambolotto inerme che non vuole saperne di muovere un dito.

E naturalmente aspettate i titoli di coda perchè c’è il finale (che ti aspetti) che non ti aspetti.

Bentornato piccolo Chucky!

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