Fuorigioco, quando la danza è emozione e commedia

Ho avuto modo, grazie a Compagnia di Sanpaolo, di assistere alle prove di Fuorigioco, spettacolo di danza (ma c’è anche molto teatro) messo in scena dalla compagnia Zerogrammi e realizzato grazie al progetto Scene allo sBando di Compagnia di Sanpaolo (che è una figata ma magari ne parliamo un’altra volta).

Su Qp trovate tutti i dati tecnici di Fuorigioco e dove poterlo vedere nei prossimi giorni, ma lo spettacolo mi ha così affascinato che meritava anche uno spazio sullo storico bloghetto (che torna così al suo ruolo originario, ormai sempre più dimenticato).

fuorigioco-zerogrammi
Emanuele Sciannamea è riuscito a creare un quadro perfetto, dove i movimenti di scena, danzati, si avvitano perfettamente su quanto si vuole raccontare e (forse soprattutto) sulle emozioni che vengono rilasciate a carrettate.

Tutto si incastra perfettamente. I cinque protagonisti si muovono come un corpo unico, un polpo gigante che ondeggia i suoi tentacoli armoniosamente ed è un mistero come riesca a non farli intrecciare.
Questo – direte voi – è normale per quello che è in fondo uno spettacolo di danza.

Avete senza dubbio ragione, ma quello che colpisce di Fuorigioco è come questi movimenti precisi (con e senza musica, danzati o anche solo camminati, con corpi che si scontrano, si evitano, si sfiorano, si toccano, si baciano) creano quadri emozionali e in diversi momenti assolutamente divertenti.

Per me – ora lo dico – Fuorigioco è una commedia danzata!

Noi poi che abbiamo visto questa sorta di prova generale, ce la siamo goduta all’interno di Luft, spazio che Zerogrammi sta per abbandonare per cercare un po’ più di aria ma che è senza dubbio molto affascinante.

E ancora bravi bravi i cinque protagonisti, che hanno provato tutti insieme per non più di due settimane eppure riescono a muoversi e a creare un movimento unico davvero sorprendente.
Maria Celia (con un monologo fenomenale e risolutivo), Pieradolfo Ciulli (potente e coinvolgente), Roberta De Rosa (che parte eterea e finisce piena di passione), Olimpia Fortuni (scheggia impazzita e filo conduttore comico dell’insieme), Stefano Roveda (che tenta di guidare la combriccola nella finzione scenica)

Almeno due infine le scene unitarie folgoranti. La lite, costruita in maniera assolutamente perfetta, e la serie ripetuta (quasi infinita) di azioni sul campo. Due momenti di una potenza artistica notevole davvero.

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