Ho scoperto negli ultimi anni una certa passione per i romanzi che mischiano storia e attualità. Quattrocento rientra appieno nella categoria e Susana Fortes ha una prosa coinvolgente e capace di accompagnare il lettore dall’inizio alla fine.
Siamo a Firenze, giorni nostri, Ana sta concludendo la sua tesi sul pittore Pierpaolo Masoni, scuola Verrocchio, quindi fine del 1400. La vicenda si snoda un po’ ai giorni nostri e un po’ al tempo di Masoni e si annoda intorno ad una vicenda fondamentale: la congiura dei Pazzi.
Nell’aprile del 1478 i Pazzi tentarono di far fuori Lorenzo De Medici e prendere il controllo di Firenze. La congiura finì in un bagno di sangue e con una durissima vendetta del Magnifico.
Nel romanzo tutto ruota intorno a questa vicenda. In parte la scopre Ana leggendo i quaderni del Masoni e studiando la sua Madonna, in parte la viviamo direttamente nel 1478.
E’ questa forse la parte più affascinante del romanzo. Fortes ci porta ad incontrare i protagonisti dell’epoca. Da Lorenzo ala vescovo Salviati, a Federico da Montefeltro (che grande parte ha nella vicenda) ai Pazzi tutti, fino ad un giovanissimo Leonardo da Vinci. A guidarci in quei giorni sono Masoni stesso ed un suo giovane allievo.
Il racconto vira seriamente sul thriller man mano che si prosegue ma ciò che è più apprezzabile è il clima che si respira. Tensione e arte che viaggiano da un secolo all’altro, che si scambiano i ruoli, che si accavallano fino a fondersi e a portarci in un intrigo enorme che attraversa la storia e prosegue ai giorni nostri.