Giocarsi tutto, di Marina Lora Ronco

Un tema tosto come la ludopatia è al centro del romanzo Giocarsi tutto, di Marina Lora Ronco. La prima considerazione non può che essere sul titolo, che ha un doppio significato. Oltre a quello diretto, legato al gioco d’azzardo, questo “giocarsi tutto” fa riferimento anche alla vita e alla storia d’amore dei due protagonisti.


Margherita e Riccardo si amano, hanno due splendide figlie ed hanno creato una famiglia solida dopo alcune storie difficili. Lei ha anche un buon lavoro, che permette alla famiglia di andare avanti senza affanni. Ci sono i nonni, presenti, fratelli e sorelle, amici. Tutto sembra perfetto, ma qualcosa si nasconde nel fondo dell’animo di Riccardo. La ludopatia lo porta a raccontare bugie, a contrarre debiti, a perdere soldi e a mettere a rischio famiglia e affetti.

A raccontare la vicenda è Margherita, lo fa parlando in una seconda persona a cui si fa un pochino fatica ad abituarsi ma che poi rende più ampio il panorama dei possibili protagonisti. Mi spiego meglio: lascia l’idea che chiunque possa finire vittima del “mostro”, anche chi (come i protagonisti del romanzo) sono convinti di avere una vita serena e vincente.

Quello che Margherita scopre (per conto terzi, perchè il marito non ha più nemmeno il coraggio di affrontarla) è un abisso devastante, da cui pare arduo risalire. I due però ci provano, insieme ma separati, perchè Riccardo dovrà passare 30 giorni in un’istituto di riabilitazione per le dipendenze. Saranno 30 giorni duri. Per lui, ovviamente, ma anche per lei, che dovrà intraprendere un percorso parallelo per comprendere cosa è accaduto e per prepararsi ad una nuova vita, che sarà molto diversa da quella che conosce.

Ci sarebbe molto da dire su questo libro, sulle riflessioni che suscita. Sulle colpe, sulle paure, sul terrore di distruggere le vite di chi si ama e su quello di veder distruggere la propria per colpe (che forse) non sono (solo) esterne.

E ancora una nota sulla copertina, che trovo molto significativa. Una vita che rischia di crollare, un uomo che è sull’orlo del baratro ed una donna che lo guarda da lontano perchè non sa come intervenire, come aiutarlo e come aiutarsi.

 

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