J. Edgar è Hoover o Berlusconi?

Clint Eastwood ci racconta con stile (ma passione un po’ indebolita) la storia di un anzianotto ossessionato dai comunisti e dalla sua statura ridotta e… no, non è la storia di quello lì, è la storia di J. Edgar Hoover.

Il risultato è che J. Edgar è un film ben fatto, che racconta senza peli sulla lingua una delle figure più potenti e controverse della storia americana, ma non tutto funziona e senza dubbio non è il miglior Eastwood degli ultimi anni.

La scusa per raccontarci la storia di Hoover è la stesura di un libro, per la quale il vecchio capo dell’FBI racconta la sua vita.
E lo fa inevitabilmente con le sue convinzioni, con i suoi punti di vista, con le sue paure…
E così viene fuori la vicenda personale di Hoover, la sua scalata nel Bureau, la trasformazione per suo merito nell’FBI che oggi conosciamo e la lunga lotta per trasformare l’ente in qualcosa di funzionale e di amato dalla popolazione.

Ma non mancano i suoi rapporti personali con Clide Tolson, con Helen Gandy, con la madre (gli unici rapporti privati della sua vita) e con tutti i personaggi che hanno attraversato la storia degli stati Uniti.
E ovviamente le sue battaglie. Da quella contro la possibile rivolta comunista degli anni ’20, alla lotta ai gangster degli anni ’30, al fondamentale caso del rapimento del figlio di Lindbergh.

E ancora l’organizzazione che Hoover volle dare all’FBI, l’introduzione di un metodo di ricerca delle prove più attento, la catalogazione precisa, la schedatura ufficiale e quella segreta, la raccolta di materiale scottante praticamente su tutti, materiale pronto da utilizzare in caso di necessità.

Un personaggio controverso, mostrato con le sue contraddizioni e le sue debolezze (o quelle che lui riteneva tali) dall’omosessualità alla balbuzie, al terrore delle donne, al rapporto di sottomissione con la madre.

Tutto viene fuori in maniera netta dalla macchina da presa di Eastwood, in quella che è sostanzialmente una precisa biografia di un personaggio.
Però, e qui siamo al punto, mi sembra che manchi un po’ il cuore, quel qualcosa in più che permetta ad un ottimo film di diventare un grande film.
J. Edgar non è un grande film.

Tuttavia sono ottime le interpretazioni di Leonardo Di Caprio, di Armie Hammer e di una irriconoscibile Naomi Watts.

Incredibile invece l’esagerata grossolanità con cui Di Caprio e Hammer sono stati invecchiati da un makeup pacchiano, che sommati al doppiaggio del protagonista nella sua versione anziana (inascoltabile) rendono alcuni momenti del film clamorosamente comici e negativamente sorprendenti.

One Comment

  1. Evit says:

    Appena uscirà in home video mi dovrò godere il “doppiaggio del protagonista nella sua versione anziana (inascoltabile)”.
    Proprio oggi ho scritto qualcosa relativo a Hoover sul mio blog anche se lo pubblico solo tra qualche giorno.

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