Open grave, qualcuno si ricorda chi è Sharlto Copley

Va bene, è un po’ confuso, difficile da seguire e fino alla fine non possiamo essere certi di aver capito davvero tutto, ma Open grave è in fondo un buon thriller che Gonzalo López-Gallego tinge con riflessi horror e vagamente grotteschi.

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Sharlto Copley si sveglia in una fossa comune circondato da un’infinità di cadaveri (e da un odore che non dev’essere dei più memorabili). Solo che non sa più chi è o cosa è accaduto.
Per fortuna viene ripescato da una ragazza cinese che sembra conoscerlo e finisce in una villa in mezzo al bosco.

Qui trova altre persone nelle sue condizioni. Nessuno ricorda il proprio nome o ha idea di chi siano gli altri. Solo la ragazza cinese sembra sapere tutto, peccato che è muta ed è in grado di scrivere solo la sua lingua.

Questo è il punto di partenza e da qui si sviluppa il film col tentativo del gruppo di venire a capo del mistero. E la cosa non è semplice perchè ci sono un sacco di armi, nessuno si fida del vicino ed il bosco è disseminato di cadaveri legati o appesi agli alberi… e scopriremo che non sono la cosa peggiore nei dintorni.

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Inquietante, grottesco, horror a tratti, sporco, violento, molto cupo. Lo spettatore non può fare altro che seguire i protagonisti e aspettare che che pian piano recuperino sprazzi di ricordi.
E Lopez-Gallego è bravo nel creare la vicenda e nel narrarla sbocconcellando le risposte facendoci viaggiare avanti e indietro attendendo che il 18 del mese, due giorni dopo il risveglio, accada qualcosa.

Riflessione sulla mente umana, sui rapporti sociali, sulle interazioni, sulla fiducia. Ma anche paura per il futuro del pianeta e ipotesi di un domani drammatico.

Terribile l’inquadratura con cui si chiude il film.

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