Mi sto man mano affezionando a Guido Guerrieri. E’ facile amare il personaggio creato da Gianrico Carofiglio perchè non è un eroe, è debole, vorrebbe essere forte e puro, ma poi è umano come tutti e quasi mai ci riesce.
Ne La regola dell’equilibrio l’avvocato Guerrieri si trova a difendere un giudice accusato di corruzione in atti giudiziari. Una colpa che per il retto Guerrieri è gravissima, ma lui conosce l’imputato e non ha dubbi che sia innocente.
Il romanzo è pieno di riflessioni sulla giustizia e sulle regole della giustizia. Come possono gli avvocati difendere imputati che sanno essere colpevoli? Dov’è il limite tra lavoro, correttezza, morale, giustizia? E via così.
Non è un libro semplice, non è un semplice giallo, non è un semplice legal, non è semplice e basta.
E’ un romanzo però molto attento e molto godibile. E poi come sempre Carofiglio non si limita a raccontarci la vicenda principale, ma ci sciorina giorno per giorno l’intero periodo di vita del suo protagonista durante l’inchiesta e il processo. Scopriamo i suoi amori, le sue difficoltà, le sue passioni, i suoi amici, il suo quotidiano fatto di routine, dissapori e rimpianti.
Guerrieri è un antieroe per niente brillante. Abilissimo nel suo lavoro ma privo di qualsiasi certezza. E quest’ultima avventura gli darà una mazzata non facilmente assorbibile.
Non li fai più i “best of my feed”?