Tra alberi caduti e afa di fine agosto

La ragazza sentì il cuore cercare di sfondarle il petto.
Era sempre uguale l’emozione, ogni volta che rientrava a Torino.

Si affacciò al balcone del suo undicesimo piano e lasciò che il vento le accarezzasse le gambe ed il seno.
Lo sguardo spaziò sul panorama verificando con lentezza che fosse tutto al proprio posto.
La mole.
L’arco Olimpico.
Il braciere.
E poi lassù Superga e più in basso il monte dei Cappuccini.

Sfogò la tensione in un sospiro di sollievo.
Tutto al proprio posto.

Come sempre.
Si poteva ricominciare.

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