Amabili resti – The lovely bones – recensione

Questa volta Peter Jackson deve essersi violentato parecchio per tirare fuori una favola dolce (ma profondamente nera) come Amabili resti, senza metterci dentro nulla delle sue esagerazioni tecniche.
Quello che balza agli occhi dopo pochi frame di film sono i colori pazzeschi che riempiono la pellicola. E non mi riferisco al luogo di mezzo in cui si trova Susie, tutto il film è splendente.

Amabili resti Ronan Wahlberg Weisz Sarandon Tucci Imperioli 09

Susie ha 14 anni quando viene rapita ed uccisa da un suo vicino di casa.
Noi la incontriamo già morta ed è lei a raccontarci come è stata uccisa e cosa è successo dopo la sua morte.
E quello che è successo è la disperazione di una famiglia che finisce per disgregarsi dopo la perdita. Non bastano l’amore per la seconda figlia e per il bambino piccolo, il padre è completamente assorbito dalla ricerca dell’assassino, la madre non riesce a ricominciare… la loro vita è distrutta.
Susie è morta ma non ha ancora raggiunto il Paradiso (o quello che c’è al suo posto). Si trova in un luogo di mezzo in cui tutto può succedere, un luogo capace di prendere la forma ed il colore di chi vi abita, un luogo da cui è ancora possibile mantenere alcuni contatti con i propri cari rimasti sulla terra.
La storia si snoda tra la ricerca del colpevole e la ricerca da parte di Susie della consapevolezza del suo stato.

Amabili resti è un film davvero splendente grazie ad una fotografia brillante che diventa eccezionale nel non luogo dove vive Susie.
Ma colori e luce a parte, c’è dentro un sacco di roba.
La costruzione della vicenda è davvero buona.
Sappiamo fin dall’inizio che Susie dovrà morire ma il modo in cui si arriva all’omicidio crea una suspance ottima, una tensione capace di tenerci col fiato sospeso grazie anche alle musiche di attesa che ci accompagnano continuamente.
E quando poi si arriva alla scena dell’omicidio questa è talmente rallentata e costruita su quanto possiamo immaginare da rendere quasi insostenibile la visione tanta è la voglia di arrivare al dunque.
Un “dunque” che peraltro non ci viene mostrato perchè nel film manca completamente la violenza che pure ha tanta parte nella storia.

La costruzione della vicenda mi ha talmente affascinato che mi sembra davvero un peccato che il lancio del film abbia rivelato un sacco di cose che avrei visto meglio se apparse a sorpresa, inattese, durante la visione.

Amabili resti Ronan Wahlberg Weisz Sarandon Tucci Imperioli 21

E ancora ho trovato straordinariamente drammatica la sequenza in cui Susie (a proposito… bravissima Saoirse Ronan) prende consapevolezza del suo stato, capisce di essere morta e si rende conto del luogo in cui si trova.
Allo stesso modo straordinaria la sequenza in cui la ragazza incontra i cadaveri (ed i luoghi) degli altri omicidi compiuti dal suo carnefice. Ma in questo caso lo stupore arriva dalla costruzione tecnica della scena, dal montaggio e dal continuo passaggio da un luogo all’altro come se questi fossero un unico immenso mondo (stessa cosa che accade nell’evolversi continuo del luogo di mezzo).

Mi sto dilungando ma ho ancora un paio di cosa da segnalarvi.
Intanto alcuni obiettivi che Jackson usa capaci di esaltare i dettagli in maniera esagerata, davvero notevole. Le dita di Lindsay che sfogliano il libro e (soprattutto) le inquadrature dall’interno della casa delle bambole (evidente simbolismo del pericolo che gli adulti rappresentano per i bambini, così grandi, così inquietanti, così opprimenti).

E ancora impossibile non notare il legame con Amleto, grazie al giochino del filmato visto a scuola, della figura di Ray – il moro e soprattutto dell’immagine di Susie – Ofelia sdraiata nell’acqua.

Chiudo con una doppia citazione per le interpretazioni di Susan Sarandon, nonna esagerata nei gesti e nelle azioni, e di Stanley Tucci, inquietante oltre modo nel suo ruolo di maniaco perfezionista e disturbato.

Mi fermo qui?
Si, forse è il caso, ma considerate che in Amabili resti si può trovare ancora un sacco di roba, anzi… se volete aggiungere qualcosa!

9 Comments

  1. adagug says:

    Confermo tutto! Il film è davvero interessante e i 139 minuti che di solito mi spaventano qui scorrono molto veloci. Non tutta la critica la pensa come noi: Variety per esempio lo ha abbastanza stroncato.
    A quando la recensione su Paranormal Activity? Lo so che entri e esci dal libro di Alice e non hai tempo…

  2. soloparolesparse says:

    Per fortuna la recensione su Paranormal Activity era su queste pagine già da tempo… altrimenti ora con gli impegni che mi da il Bianconiglio…
    La trovi qui:
    http://www.soloparolesparse.com/2009/12/paranormal-activity-al-fin-ci-fu-la-recensione/

  3. Christian says:

    È un film che attendo con molto interesse, anche perché ho amato quasi tutto di Peter Jackson, in particolare “Creature del cielo” che mi sembra che possa avere qualche affinità con questo.

    Ho letto in giro pareri discordi, mi fa piacere trovare anche segnali positivi.

    Ciao
    Christian

    (P.S. Ho visto che mi linki. Ricambio subito, e passerò a leggerti di tanto in tanto!)

  4. soloparolesparse says:

    @ Christian
    Ti ho nel mio cineroll perchè hai un buon blog di cinema…

    Se devo essere sincero a me faceva impazzire il primissimo Jackson (Braindead e Splatter per capirci)… ma anche quello hollywoodiano ha fatto cose buone 🙂

  5. Le cose che dici sono tutte vere … eppure c’è qualcosa che non funziona al 100% nel film … ad esempio la durata. Per dirne una. Un buon film ma niente di esaltane ecco. Con stima.
    Rob.

  6. soloparolesparse says:

    @ Rob
    …grazie per la stima!

  7. Ci mancherebbe dici cose molto giuste nel tuo post.

    😉

    Rob.

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