Daybreakers – recensione (molto) in anteprima

Ammetto che il trailer di Daybreakers mi aveva un po’ sviato e avevo finito per convincermi si trattasse di qualcosa più vicino alla fantascienza che no all’horror puro.
Grazie al cielo (o all’inferno in questo caso) mi sbagliavo e i fratelli Spierig hanno messo insieme davvero un buon prodotto.

Siamo nel 2019 ed un’epidemia ha ormai trasformato quasi tutta la razza umana in vampiri.
I superstiti sono catturati e mantenuti in vita per garantire una scorta adeguata di sangue.
Il problema è che dopo dieci anni di questa solfa le scorte si stanno esaurendo e la popolazione umana, ridotta al 5% del totale è sufficiente solo per un altro mese di vita della razza vampira.
Ed in più c’è l’aggravante che un vampiro in astinenza di sangue umano, costretto a bere sangue di vampiro o a tenersi in vita col suo stesso sangue, si trasforma in una specie di mostro.

Vista la situazione è stata istituita una società con il compito di studiare un surrogato chimico capace di sostituire il sangue umano e garantire la sopravvivenza ai vampiri.
Il dott. Edward gestisce gli studi ma è presto evidente che chi mette i soldi ha intenzioni diverse da quelle umanitarie e scientifiche del dottore, che così è costretto a fuggire per cercare una cura efficace.
Non scendo in ulteriori particolari per non rovinarvi la visione, anche perchè di sorprese ce ne sono parecchie.

Diverse cose buone in questo Daybreakers, a cominciare dai vampiri, che non sono dei mostri ma vivono la loro vita e lavorano ogni giorno (ogni notte). Sono in pratica una nuova specie che popola la terra e questa, se proprio non è una novità assoluta è comunque una buona sorpresa.
Il sangue umano viene razionato, ci sono dei chioschi di vendita che diluiscono il sangue in percentuali ben definite. Un mondo ben organizzato nell’emergenza continua ed inevitabile.

Se i vampiri sono all’apparenza uomini, tutt’altra faccenda per i subsider, i vampiri che hanno bevuto il proprio sangue. Questi sono dei magnifici mostri, bruttissimi e che pian piano si stanno trasformando in pipistrelli (la cosa non è specificata ma mi sembra evidente).
Se quindi sentite la mancanza di un bel mostriciattolo schifoso avrete di che divertirvi.

Altre cose da notare.

Quella specie di fabbrica di corpi che abbiamo visto sulle locandine, che io avevo preso come una catena di montaggio di vampiri è in realtà il modo in cui gli uomini vengono tenuti in vita e prosciugati, ma non ha grande parte nella storia.

Curioso come vengono smozzicate durante la narrazione le tradizioni vampiresche. Scopriamo così quasi per caso che non si riflettono negli specchi, che vengono uccisi con un paletto nel cuore (infatti gli uomini sono armati di balestre), mentre è invece evidente fin da subito che il sole li cuoce per benino.
Molto buono a questo proposito l’inizio del film, anzi direi l’introduzione, in cui una bambina vampiro decide di suicidarsi esponendosi alla luce dell’alba.

Paura non ce n’è molta, siamo più dalle parti di un action movie, però se apprezzate sventramenti e schizzi di sangue potrete godere di un finale degno di un vero splatterone. Una battaglia conclusiva in cui ci si trova a fare calcoli matematici per scoprire se il mondo si salverà o sarà costretto a soccombere… e non vi dico altro.

Buone le interpretazioni di Ethan Hawke, convincente, e di Willem Defoe, che fa un’entrata in scena degna di John Wayne in Ombre rosse.
Harriet Minto-Day è carina ma non indimenticabile. Molto più efficace la veloce apparizione di Isabel Lucas, che in pochi minuti lascia un bel segno e qualcosa da ricordare.

Il film è previsto in uscita in Italia per il 26 marzo.

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